#17Dicembre: questa Domenica consigliamo vivamente la lettura di
Generazione Betamax: ecco perché siamo tutti delle macchine inutili
un articolo di approfondimento pubblicato su L’inkiesta.it da Raffaele Alberto Ventura, autore del saggio “Teoria della classe disagiata” (Minimum Fax, 2017).
Quella che segue è che una personale nota a margine, scritta con gratitudine di Betamax:
Il nastro magnetico è un supporto stupefacente. In barba a tutte le previsioni, ha dimostrato in modo inequivocabile di resistere alle ingiurie del tempo. Basta una prova veloce: scoprirete che dalle vecchie audio e videocassette (comprese quelle doppiate, con gli adesivi e i titoli scritti a mano) le informazioni non si sono magicamente dissolte. Anzi: quella caratteristica "bassa fedeltà", destinata a peggiorare gradualmente nella riproduzione dei nastri usurati e le inevitabili parti danneggiate, risulta la meno disturbante nell'intera gamma dei supporti audiovisivi moderni. Loro non saltano, non si incantano, non inquietano: al massimo offrono un fruscio intenso e uniforme (per i più romantici rimanda perfino al rumore di fondo dell'Universo). Uno tra i più influenti (e naturalmente sfortunati) documentaristi nella Storia del Cinema italiano, Alberto Grifi (1938-2007), in tempi non sospetti aveva inventato e perfezionato una "Macchina Lavanastri". In parole semplici: i nastri magnetici si rigenerano, in molti casi basterà metterli sottol'acqua del rubinetto; un cd o dvd graffiato si può solo buttare al secchio. Le cassette, i nastri e la loro meccanica non avranno mai l'aura del vinile, meno che mai del 35 millimetri. Tutti li abbiamo archiviati per i lettori a raggi laser e il miraggio dei dischi compatti. Eppure guardateli adesso: sono opachi, non riflettono la luce, occupano un volume di spazio che è tutto tranne che funzionale, ma lo occupano con dignità. Domandano con ostinazione cose che ormai sembrano impossibili: non saltare da un brano all'altro, ascoltare con pazienza, ascoltare perfino il silenzio interminabile alla fine del lato A e B; attendere il tempo necessario per il rewind o il fast-forward. In attesa che il tempo, forse, torni a rendergli una qualche giustizia.
*per leggere l’articolo completo di Raffaele Alberto Ventura: http://www.linkiesta.it/it/article/2017/12/16/generazione-betamax-ecco-perche-siamo-tutti-delle-macchine-inutili/36519/
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